DOMENICA 30 NOVEMBRE - UN ALTRO MERCATO + RIFACIMENTO FACCIATA + INZIATIVA/DIBATTITO SU PIAZZA FONTANA + COLLETTIVO SOY MENDEL

Domenica 30 Novembre sarà una giornata ricca di appuntamenti al SOY MENDEL.

Dalle ore 10.00:
  • Appuntamento mensile con il mercatino dell'usato e delle autoproduzioni. Per questo mese, visto che la prima domenica di Dicembre coincide con il giorno di Sant'Ambrogio, il mercatino si terrà la settimana prima. 
  • Rifacimento facciata: Continueranno i lavori di rifacimento della facciata del centro. Come l'altra volta l'intento è quello di creare un momento aperto a tutti socializzante e aggregativo in cui disegnare e colorare tutti assieme i muri esterni di Soy Mendel. L'iniziativa potrebbe saltare a causa del tempo.
Dalle ore 15.30:
  • 45 anni dopo Piazza Fontana l'urgenza della memoria per capire il presente:
    Stragi di Stato, omicidi che non vedono colpevoli, depistaggi, e molto molto altro. La storia è un ingranaggio collettivo che va tenuto vivo, attivo e stabilmente tenuto in superficie ma non solo.
    Alcune storie sono ferite ancora oggi aperte, e dolorose. Dolorose per tanti motivi tra i tanti anche perché fine strumento di opposizione ai movimenti sociali.
    Sono tante le storie di stragi e omicidi di mano fascista con copertura dei servizi segreti italiani e internazionali che avevano come obiettivo fermare le proteste e le lotte degli operai, delle donne e degli studenti che in quegli anni erano protagonisti nelle piazze e nei luoghi di lavoro per acquisire i diritti che oggi vengono messi in discussione e tolti (vedi l'articolo 18 e la legge 194 sull'aborto) e tante altre conquiste fatte in quegli anni. La strage di Piazza Fontana fu la prima di mano fascisti ad essa ne seguirono altre: Italicus, Brescia dove furono colpiti in prima persona i lavoratori durante un loro comizio, Bologna e, tante altre compiute e alcune sventate.
    Prendiamo tre storie diverse, e proviamo a miscelarle, mischiarle, sovrapporle per poter così trovare i tratti comuni, capire le analogie tra ieri e oggi e il drammatico uso che è stata fatto di vite umane che ha portato anche allo sdogamento delle destre neofasciste oggi.
    L’omicido verbano a Roma e quello di Fausto e Iaio a Milano da una parte, la bomba in Piazza Fontana il 12.12.1969 e l’assassinio di Pinelli nella questura di Milano dall’altra. Anni, episodi e tipologie differenti ma un comune linea rossa li congiunge?
    Cosa rimane oggi?Come e perchè conoscere queste storie significa saper cogliere anche oggi particolari fondamentali per le dinamiche politiche sociali nel nostro paese.
    Pensiamo che conoscere il passato sia fondamentale per capire il presente, e pensiamo che verità e giustizia sia da ricercare sempre, per questo non solo promuoviamo quest'incontro ma parteciperemo, e invitiamo tutti a partecipare, al corteo cittadino del 13 dicembre per ricordare quello che la strage di Piazza Fontana significa e rappresenta.

    Ne parliamo con:

    Enrico Moroni – USI Milano
    Martino Iniziato – Lapsus
    Valerio Renzi – Horus Project Roma
    Maria Iannucci – Associazione Fausto e Iaio











    Al termine dell' incontrerà si terrà il consueto collettivo politico e gestionale di Soy Mendel.

SABATO 29 NOVEMBRE - REGGAE TIME @ S.O.Y. MENDEL con THE MOST WANTED A.K.A. & CALABASH CREW

Sabato 29 Novembre dalle 23 prima grande Dancehall a SOY MENDEL.

Reggae, Rocksteady, Ska, Roots e DanceHall una grande serata di musica in levare, upbeat come direbbero in altri lidi e spazi.

The Most Wanted A.K.A. uno degli storici selecter milanesi si alternerà con Calabash Crew, una crew totalmente al femminile.

S.O.Y. Mendel continua nella sua ricerca di produzione culturale alternativa e gratuita.


VENERDI 28 NOVEMBRE - LIVE TAZ POKER BAND






































Venerdi 28 Novembre dalle ore 22.30 concerto al Soy Mendel

Sul palco si esibirà la TAZ POKER BAND

Qui tutte le info sulla band !

DA CORVETTO



Pubblichiamo un racconto che i compagn* di Corvetto sono venuti a condividere con noi nella scorsa assemblea. Ci sembra utile per capire le emozioni che in questi giorni stanno attraversando diversi quartieri popolari di Milano. 
Soprattutto vuole essere un attestato di solidarietà a tutte quelle realtà che stanno subendo questa infame repressione da parte delle istituzioni:



Milano, quartiere Corvetto
 13 novembre 2014

Alcuni occupanti delle case popolari del Corvetto scendono per strada, di sera, per capire insieme come resistere agli sgomberi; sono presenti anche abitanti del quartiere Trecca che portano le emozioni vive della giornata trascorsa. Si allestisce un banchetto con qualcosa da bere e si comincia subito a parlare. Ci sono uomini e donne di diverse parti del mondo con bambini più o meno piccoli, altri che han lasciato a casa i figli, ribelli che da più o meno tempo sono attivi nel quartiere sul tema della casa come sulla lotta al tav o contro il carcere, bambini e bambine, ragazze e ragazzi. La cosa che li accomuna e per cui sono usciti di casa quella sera, è il fatto di vivere in case occupate nella zona e la voglia di conoscersi per poi potersi organizzare insieme. Le voci si sovrappongono concitate, tante storie, tanta voglia di raccontarsi che si fa quasi fatica ad ascoltarsi, tanta rabbia e tanta gioia nel vedere che si è in molti a voler resistere insieme. Le fanciulle dei cortili scrivono su un pezzo di tela: “occupare per vivere, resistere agli sgomberi”. Dare un ordine al discorso è quasi impensabile, l'emozione è troppa per ipotizzare un susseguirsi di interventi e proposte, e questo sentimento inonda le vie del quartiere. Non abbiamo un megafono, per cui si decide di gridare forte e tutti insieme. Si grida “tutti uniti per la casa”, ma si canta anche “gli unici stranieri gli sbirri nei quartieri”. Alcune donne traducono i cori in arabo: si capisce che insieme siamo forti e che “gli sbirri paura non ci fa”. Il fiume si gonfia e si trasforma in una vera piena, ingrossato dalle piogge inattese di occupanti che scendono dalle case e di chi, invece, rispondendo dalle finestre dei palazzi, ci restituisce il turbine che gonfia i nostri polmoni. Il chiasso attraversa tutte le vie di case popolari, decidendo insieme a ogni incrocio da che parte proseguire. Una pattuglia di polizia locale si trova costretta a fare retromarcia quando, svoltando da una curva, si trova incalzata da una folla impetuosa. La luce fredda e intermittente dei lampeggianti è in quel momento l'icona del comune nemico e stride con il calore delle relazioni improvvise che via dopo via ci travolgono.  Ci si spinge fino a piazzale Corvetto e ci si ferma in mezzo all'incrocio a bloccare il traffico per un po'; infine si ritorna verso il quartiere, verso casa, dove ritroviamo il banchetto esattamente come lo avevamo lasciato. Nella piazza del mercato comunale un'ultima pattuglia di vigili si trova costretta a cimentarsi nella solita “manovra fantastica” circondata dai bambini che si spingono a battere con le mani sul cofano della volante al coro di “via via la polizia”. Nessuno di noi riesce a togliersi il sorriso dalle labbra, è un po' come vedere negli occhi della persona che cammina di fianco a te, con cui magari solo quella sera hai scambiato le prime parole, quello che cercavi da tempo. Siamo stanchi, ma siamo contenti. Per qualche ora si è abbandonata la rassegnazione per la tenacia, la paura per il coraggio.
Domani ci aspetta un'altra giornata di lotta: c'è uno sciopero di sindacati, operai e studenti e si decide di muoversi tutti insieme dal quartiere, anche con gli studenti dell'istituto tecnico della zona.

CASE, MORTI, SGOMBERI, RABBIA: SU QUESTI GIORNI MILANESI

E ad un certo punto "la casa" e le "occupazioni" diventano l'argomento unico di discussione, riempie giornali, tv e dibattiti informali.
La creazione di un nemico, una narrazione tossica a senso unico dove si parla solo ed esclusivamente del problema abusivi, ovviamente di cause, politiche e assenza del pubblico sulla questione abitativa si sta in silenzio, è la realtà che ci dipingono.
I casi limite diventano la norma, l'esempio, la scusa con cui reprimere e giustificare un'assurda quanto folle "azione legalitaria" che come risultato ha solo quello di mettere e lasciare famiglie in mezzo ad una strada all'inizio della stagione più inospitale dell'anno.
La questione abitativa è cosa enorme non banalizabile. 200 sgomberi significano un attacco frontale alle difficoltà delle persone e ai movimenti sociali. Non risolvono nessun problema, lo alimentano e lo fanno crescere.
Non siamo esperti di guerra ma non ci sembra nulla di diverso da quelle operazioni militari che si basano sulla costruzione di un nemico e poi sull'azione.
Perché parliamo di guerra? Perché forse sono stati usati gas lacrimogeni al cs che sono armi di guerra in mezzo mondo? No. O meglio non solo. Parliamo di guerra perché durante uno sgombero, quello di martedì, la violenza poliziesca ha ucciso un bambino non ancora nato. Le manganellate ad una donna incinta di sette mese le ha fatto perdere il figlio.
Forse è troppo parlare di guerra, ma al momento non ci vengono altre parole.
Lo sterile, violento, e criminale dibattito legalità/illegalità genera mostri come questo. La polizia agisce nella loro maniera più consona e classica: ovvero violenta.
I media main stream diranno della morte del bambino mai nato ma ometteranno parte della storia, giustificheranno, insomma cambieranno la verità.
Basta. Non faremo un passo indietro.
L'assenza di politiche sociali genererà sempre autorganizzazione. Ogni casa vuota grida e denuncia la sconfitta delle politiche sociali cittadine, regionali e statali. Così come ogni spazio.
La narrazione tossica mainstream va rotta, per rompere l'assedio. Chi porta avanti questa narrazione è complice di quel che accade, ed è anche strumento.
Siamo e saremo sempre dalla parte dei più deboli, di chi lotta, di chi si prende ciò che non ha e gli viene tolto.
Siamo solidali e vicini nel dolore della donna colpita dall'infame omicidio di stato.
S.O.Y. Mendel

SABATO 22 NOVEMBRE - RENDEZ VOUS A BAGGIO

Una nuova grande serata di musica dal vivo allo Spazio Occupato Indipendente Mendel.

2 band di Baggesi di Baggio "Riccardo Bellini e i Faraoni" e i "Descargala86xtet".

L'ingresso è come sempre gratuito, perchè la cultura è un qualcosa di fondamentale per la crescita delle persone e non solo. In un mondo dove tutto ha un prezzo la fruizione libera è atto antagonista.

Partecipa, condividi, costruisci!


MUSIC LIVE PERFORMANCE

Riccardo Bellini e i Faraoni
La gentilezza nelle cose
Descargalab 6xtet
Latin Jazz Funky Tango



SABATO 22 NOVEMBRE - CAMBIO DI ROTTA: CORTEO NO CANAL

E’ passato un anno dai primi presidi e dai primi blocchi dei cantieri. Quello che sembrava impossibile, fermare la viadacqua, salvare i parchi, è diventato ora una speranza vera, grazie alla resistenza della lotta NoCanal, prima ancora che per le inchieste e le esondazioni di Seveso, Lambro e Olona. E’ grazie alla lotta NoCanal se oggi sembra possibile un #cambiodirotta.

Sabato 22.11 ore 15.00 il corteo NO VIA D'ACQUA vuole dare la spallata finale e rivendicare il senso di una lotta: fermare la via d'acqua oggi e deviare i 45 milioni di euro che si butterebbero per un opera inutile e costosa per emergenza #Lambro #Seveso e #Olona.
Un #cambiodirotta è cosa intelligente, che faranno Expo 2015 e Comune di Milano ?
La mobilitazione dei Cittadini in difesa dei parchi del Nord Ovest di Milano è riuscita fino ad ora a frenare un’ opera insensata e devastante, i cui costi enormi hanno saputo solo richiamare l'attenzione di società corrotte e corruttori. Ma fino a ieri c’era una persistente testardaggine da parte di Expo e degli amministratori regionali e comunali a sostegno di un'opera ormai soggetta a continue modifiche che hanno il solo "pregio" di aumentare ulteriormente la spesa di soldi pubblici: i disastri si possono già vedere nel tratto attorno al Cimitero Maggiore dove abbiamo denunciato i disastri ambientali e il grande numero di alberi abbattuti per far posto a un canale di cemento senza che nessuna autorità comunale si sia degnata di pronunciare una parola. Ma si sa, gli alberi delle periferie non sono importanti come la magnolia di Largo Cairoli.
Per non parlare degli scempi avvenuti nel Parco delle Groane, nel tratto nord della via d’acqua. Se qualcuno avesse dubbi, durante la Conferenza dei Servizi del 13 novembre si è confermata l’intenzione di voler proseguire i lavori nei parchi anche durante e perfino dopo Expo. Nonostante il canale sarà interrato al Parco Pertini e al Parco Trenno, si preannunciano cantieri e tombinature invasive, che comporteranno inevitabili tagli di alberi. Nel Parco delle Cave il canale di scolo mostrerà invece tutto il suo cemento. I costi dell’opera andranno alle stelle, e a pagare saranno sempre e soltanto i Cittadini. Non sono motivi sufficienti per un #cambiodirotta?
E ancora, molto grave è l'indifferenza rispetto alla salute: si sta scavando in prossimità di aree altamente inquinate senza che si siano fatte le dovute analisi dei terreni. Sarebbe in ogni caso impensabile che una società come Expo che sotterra pneumatici nel terreno dove vi sarà il sito espositivo presti attenzione all’ambiente.
PER NOI TUTTO QUESTO NON HA ALCUN SENSO LOGICO
Per il diritto alla salute, per la difesa dei Parchi Pubblici, per evitare lo spreco di soldi pubblici a favore di altre opere necessarie (esempio: i lavori per la scuola di Via Viscontini a Trenno avrebbero dovuto avere inizio prima di Expo, invece l’ Assessore Rozza ha dichiarato in Consiglio di Zona 8 che non se ne parla - E per il Seveso, forse servirebbero dei soldi? - E per le case popolari, non servirebbero fondi?) riprendiamo con decisione le mobilitazioni per il BLOCCO DEFINITIVO DELLA VIA D'ACQUA, CHE DOVRÀ ASSOLUTAMENTE TERMINARE CON IL CANTIERE DI VIA APPENNINI/MUTTONI, DOVE VI È LA POSSIBILITÀ DI SCARICARE L'ACQUA DI EXPO NELL'OLONA SENZA FARE ULTERIORI DANNI.
LO DIREMO TUTTI INSIEME CON UN CORTEO CITTADINO LUNGO LE VIE DEL GALLARATESE
SABATO 22 NOVEMBRE ORE 15.00 CONCENTRAMENTO PARCO PERTINI (MM Bonola, BUS 80)
Info.nocanal@autistici.org noviadacqua@gmail.com



PRESIDIO AL CONSOLATO MESSICANO: AYOTZINAPA NON E’ SOLA: LE LOTTE SOCIALI NON SI FANNO SPARIRE

43 studenti sono scomparsi, non si hanno loro notizie, un operazione organizzata da polizia, narcotraffico e politica messicana.
Azione repressiva che attraverso la creazione della paura vuole spegnere la polveriera sociale che lo stato del Messico.

Dal Guerrero al Michoachan, da Città Del Messico al Chiapas le insorgenze sociali, comunitarie e politiche stanno costruendo un paese diverso, un paese in cui il neoliberismo viene attaccato e con lui la legittimità del potere politico Federale, Statale e locale. La guerra al narcotraffico iniziata nel 2006 è la giusta scusa per reprimere i movimenti sociali. 27000 desaparecidos, arresti, omicidi e violenze sono il risultato troppo spesso taciuto di questa guerra all’autorganizzazione.

La lotta degli studenti e delle studentesse della Scuola Rurale di Ayotzinapa, dei genitori e degli amici e delle amiche dei 43 studenti rapiti dalla polizia messicana e consegnati a narcos locali sta portando alla luce la realtà, rifiutando le parole del governo messicano con coraggio stanno smascherando il dispositivo repressivo. Attorno alla loro lotta si stanno organizzando i movimenti sociali di tutto il Messico. Centinaia di migliaia di persone riempiono le piazze, attaccano i palazzi del potere, rifiutano la verità di parte del governo e denunciano la catena di comando.

La lotta di Ayotzinapa non è sola in Messico e non è sola nel mondo.

“Se toccano uno toccano tutti” non può rimanere uno slogan, deve essere la realtà di chi in basso e a sinistra in tutto il mondo si oppone ai mal governi, al neoliberismo e alla repressione.

Giovedì 20 novembre anche Milano partecipa alla giornata internazionale per i 43 studenti di Ayotzinapa: IL VOSTRO DOLORE E’ LA NOSTRA RABBIA

Giovedì 20 novembre ore 18.30 presidio presso il consolato Messicano, Corso Giacomo Matteotti 1


Ri-Make/Communia Network - Milano
Progetto Libertario Flores Magon - Milano
CSOA Lambretta - Milano
S.O.Y Mendel - Milano

COMUNICATO DOPO GLI SGOMBERI DEGLI ULTIMI DUE GIORNI

Per due giorni a Milano sono stati sgomberati dalle proprie abitazioni e dai propri spazi occupati famiglie e compagn*.
Giambellino prima e Corvetto poi, sono un esempio di come istituzioni e politica hanno deciso di affrontare il problema dell' emergenza casa e del diritto all'abitare. Gli stessi che si permettono di lasciare a Milano migliaia di abitazioni vuote, nonostante le persone che necessitano di una casa siano sempre di più. Gli stessi che lucrano su appalti e ristrutturazioni creando buchi finanziari incolmabili in quelle aziende che dovrebbero gestire in maniera equa l'emergenza. Gli stessi che cercano di alimentare una guerra fra poveri e di spezzare la solidarietà che si sta sempre più creando tra i diversi comitati che si organizzano e lottano per i propri diritti.
Schieramenti di uomini in divisa in numero spropositato, manganellate, teste rotte, lacrimogeni lanciati anche ad altezza uomo e arresti.
Non importa se davanti si trovano bambini, donne o anziani, la modalità è sempre la stessa.
Ma in questi due giorni la gente ha voluto resistere e ha voluto gridare la sua rabbia. Lo ha fatto lottando per le strade del proprio quartiere, rivendicando in maniera chiara e inequivocabile il proprio diritto ad avere una casa, valorizzando lo strumento dell'occupazione come utile metodo di resistenza.
La nostra solidarietà non può che andare alle famiglie messe in mezzo alla strada, alle persone ferite e alle compagne e compagni fermati.

Soy Mendel

CAMBIO ORARIO COLLETTIVO SETTIMANALE

Nella riunione di ieri è stato deciso di spostare l'inizio del collettivo politico e gestionale di Soy Mendel alle ore 18.
La decisione è stata presa per permettere alla maggior parte delle persone di essere presente per tutta la durata della riunione.
Il collettivo di SoyMendel sarà quindi tutte le domeniche alle ore 18

VENERDI 14 NOVEMBRE - SCIOPERIAMO EXPO A MILANO

Il collettivo Soy Mendel ha deciso di partecipare attivamente al corteo che si terrà domani Venerdi 14 Novembre nello spezzone NoExpo.
Il concentramento sarà alle ora 9.30 in Largo Cairoli.

E’ tempo di sciopero sociale, anche a Milano.
Scioperiamo Expo2015, fermiamo debito, cemento e precarietà!

14 novembre – h9.30 – L.go Cairoli
In principio era la scarsa crescita: meno lacci e lacciuoli, costo del lavoro più basso, rilancio dell’economia.
Poi arrivò la stagnazione, differenti bolle esplosero, consentendo ristrutturazioni di interi settori a scapito dei diritti e dei salari di chi vi lavorava.
Poi giunse la crisi finanziaria, come un’epifania, a metterci tutti in riga per lavorare per il bene di tutti, padroni e lavoratori insieme, per uscire dalla crisi. Alla crisi si è sostituita l’austerità, in tempi di vacche magre non ci potevamo permettere di suggerire di migliorare il benessere collettivo. Lo spettacolo della grande ristrutturazione globale ai più è sembrata una restaurazione, condita da megaeventi e grandi opere a fungere da acceleratore in favore dell’avvento di un nuovo ordine.
Ora ci troviamo davanti il jobs act, i decreti sfasciaitalia, una nuova retorica di governo dal sapore antico, padronale.
Ora però, il tenore di questo racconto deve cambiare! Prendete appunti, scioperiamo!


per tutte le info http://blog.scioperosociale.it/

MARTEDI 10 NOVEMBRE - PRESIDIO NO EXPO

Martedi 10 Novembre 2014 alle ore 20.30 si terrà a Rho, sotto il palazzo comunale di Piazza Visconti, un presidio per accogliere in maniera degna l'amministratore delegato di Expo spa Giuseppe Sala.
Come collettivo di Soy Mendel abbiamo deciso di partecipare al presidio, organizzato dai compagni e dalle compagne di SOS Fornace e di Attitudine No Expo, condividendone i contenuti e riconoscendo nella città di Rho un posto chiave e simbolico della lotta NoExpo.
Come da nostra abitudine ci andremo tutti assieme. Ci troviamo alle 19.45 davanti a Soy Mendel.

Sotto il comunicato scritto da SOS Fornace

Martedì 11 novembre dalle 20:30 presidio No Expo sotto il palazzo comunale
Per martedì 11 novembre è convocato a Rho un consiglio comunale al quale sono invitati anche il commissario unico di Expo 2015 nonché AD di Expo 2015 S.p.A. Giuseppe Sala e il direttore comunicazione di Expo 2015 S.p.A. Rossella Citterio. Uno solo il punto all’ordine del giorno: “Expo 2105: opportunità per il territorio rhodense”.
Ci domandiamo se chi compone la maggioranza in consiglio comunale viva effettivamente sul territorio che amministra o se creda così ciecamente all’immagine di “Città vetrina” che in questi anni ha contribuito a creare, visto che le cronache quotidiane indicano senza possibilità di errore quali siano i soggetti che hanno realmente avuto delle “opportunità” dall’Esposizione che si svolgerà nel 2015 sul nostro territorio. E stiamo parlando dei politici, degli imprenditori, dei faccendieri e dei mafiosi che banchettano su appalti da milioni di euro secondo uno scientifico e ben oliato meccanismo di spartizione. Viceversa, ai precari, ai disoccupati, agli studenti e ai giovani di un territorio con un tasso di disoccupazione giovanile di oltre il 30% si chiede di lavorare gratis come volontari per Expo, nella speranza di arricchire un curriculum sempre più vuoto, senza passato e senza futuro.
Questa, che può esser scambiata per una “doppia morale”, è in realtà la filosofia di Expo 2015, il mega-evento finanziato con miliardi sottratti alle risorse collettive per garantire gli interessi privati delle varie “cupole” e centri di potere, legali ed illegali.
Per questo Sala e Citterio, nella Rho impoverita da Expo 2015, non possono che essere considerati “ospiti non graditi”. Del resto i rhodensi ben ricordano le mirabolanti promesse – in primis occupazionali – legate alla costruzione del nuovo polo fieristico, ben presto risoltesi in fumo e in tristi primati in materia di caporalato, precarietà e sfruttamento a cui oggi è legato il nome di Fiera Milano. Un’anticipazione su scala ridotta di quello che sarà Expo 2015.
Forse il sindaco Pd di Rho Romano, dopo l’arresto di Luigi Addisi, ex consigliere comunale del Partito Democratico e uomo della ‘Ndrangheta nelle istituzioni rhodensi, vuole con questo invito utilizzare Sala come stampella per il difficile momento politico che sta attraversando la sua maggioranza. Ma legandosi indissolubilmente al grande evento del 2015, Romano non farà che seguirne la parabola verso l’annunciato flop.
L’opposizione sociale sul territorio di Rho è felice di poter dare al commissario Sala il proprio caldo benvenuto in città lanciando un presidio contro la città vetrina di Expo 2015, laboratorio di debito, cemento e precarietà che anticipa il paese di domani, in vista dello sciopero sociale del 14 novembre.
Martedì 11 novembre
Presidio No Expo sotto il palazzo comunale
Rho – Piazza Visconti – dalle 20:30

ORARIO INIZIO CORSO DI YOGA

Comunichiamo che l'inizio delle lezioni del corso di Yoga è stato spostato alle 20.
La decisione è stata presa dopo la prima lezione di giovedi scorso in modo di permettere a tutti la partecipazione. Facciamo presente che dopo i lavori di questo weekend la sala dove si tiene il corso è stata notevolmente ingrandita e che quindi non dovrebbero più presentarsi i problemi di spazio di settimana scorsa.
Confermato quindi il corso tutti i giovedi dalle ore 20 alle ore 21.30.

VENERDI 7 NOVEMBRE - BAILANDO BAILANDO: DALLO SKA ALL'ELEKTRO SPAGHETTI


VENERDI 7 NOVEMBRE DALLE ORE 22

Dj Fincheghenè e TuaMadre dj ci faranno ballare e cantare con sonorità miste tra il "levare" e la cassa dritta.

Lottare significa anche prendersi del tempo per se stessi, sfogarsi, divertirsi....perchè anche ballando si può far rivoluzione!

Un'altra serata musica allo Spazio Occupato Indipendente Mendel. Un altro momento di socialità e aggregazione.
Un momento per divertirsi ma per ricordare a tutte e tutti che il 14 novembre ci sarà lo Sciopero Sociale un importante iniziativa dal basso per ridare valore al concetto di sciopero, per bloccare le città e così dire con forza e nettezza che il Jobs Act di Renzi è uno dei tanti modi per precarizzare le nostre vite e cancellare i nostri futuri.

Venerdì balliamo, quello dopo riempiamo le piazze e le strade di Milano con cortei, presidi, iniziative e azioni per superare l'indignazione e opporsi al dispositivo di Expo 2015, non solo un grande evento ma una vera scusa per devastare i territori e cancellare i nostri diritti!